13 dicembre 2012 «Festa della Luce» in onore di Santa Lucia

Programma

Gazzetta del Mezzogiorno

Guarda il filmato della manifestazione

La vita Il culto Le tradizioni culinarie

Le filastrocche

Sul mare luccica 

I «Pomander» 

S.Lucia tra storia e leggenda

 
 

La vita di Santa Lucia

Santa Lucia fu una giovane siracusana che visse intorno al III-IV secolo.

Siracusa era la più grande città della Sicilia di quegli anni: si chiamò dapprima Ortigia dal nome dell'isolotto su cui sorse poi Siraka, dal nome di una vicina palude (nome fenicio che pare significasse "luogo orientale").

Era una colonia di Corinto e fu probabilmente fondata intorno all'VIII secolo a. C.; a testimonianza di ciò, si possono ammirare ancora oggi: un grande ampio anfiteatro, un'ara dedicata alla dea Minerva, un teatro greco circondato da sontuosi monumenti sepolcrali, le latomie (cave di pietra), una antica fortezza grandiosa, i resti di altri templi e le catacombe. Divenne ben presto potente e famoso centro di raffinata civiltà dove fiorivano le lettere e le arti, dove sostavano volentieri poeti e filosofi, come Eschilo e Pindaro. Atene guardò con gelosia alla splendida città, le mosse guerra, ma ne fu sconfitta. Siracusa dominò il Mediterraneo, raggiungendo il massimo splendore con Dionigi il Vecchio, che le donò un meraviglioso periodo di pace. Più tardi condusse una vittoriosa lotta contro Cartagine. Ma Cartagine era troppo potente e Siracusa, sola, non poteva resisterle. Così si alleò con Roma. La Prima Guerra Punica portò alla sconfitta di Cartagine. Nel 214 a.C. Il console romano Marcello assediò la bella città siciliana, nel 212 la conquistò. Durante il dominio di Roma, benché restasse capitale dell'isola e culla d'arte e di bellezza, Siracusa decadde a poco a poco.

A Siracusa, nella primavera del 61 aveva sostato l'apostolo Paolo in viaggio verso Roma.

Il primo vescovo fu S. Marciano (o Marziano): fu mandato a Siracusa, secondo la tradizione, direttamente dall'apostolo Pietro, primo Pontefice della Chiesa.

Nel 1894 venne scoperta a Siracusa un'iscrizione sepolcrale nelle catacombe di San Giovanni che conferma il culto antico e quindi l'esistenza di questa Santa venerata sia in occidente che in oriente: in questa lapide del V secolo, scritta in greco, si fa l'elogio di Euschia e si afferma che morì nel giorno della festa di Santa Lucia . Qualche altra notizia sulla sua vita è tratta dal racconto di una "Passione", racconto di tradizione popolare.

Ricca, probabilmente bella e promessa sposa ad un giovane della sua città, Siracusa, Lucia sembrava destinata alla vita normale delle ragazze del III-IV secolo dopo Cristo: moglie e madre di famiglia. 

Il padre si chiamava forse Lucio poiché era allora vigente una norma romana che imponeva il nome del padre alle figlie.
La madre si chiamava Eutychie o Eutichia.

A causa di una malattia che aveva colpito la madre Eutychie, una grave emorragia, Lucia decise d'andare a Catania per pregare sulla tomba della martire Agata.

Qui Dio la scelse per un grande progetto: la martire infatti le apparve chiedendole di dedicare la propria vita ai più poveri, ai piccoli emarginati e sofferenti.

Tornata a Siracusa mise in atto questo progetto; ruppe il fidanzamento e, con una lampada fissata al capo, iniziò a percorrere i lunghi e angusti cunicoli delle catacombe per distribuire i beni della sua cospicua dote ai più poveri.

Il fidanzato abbandonato non accettò questa decisione, forse più attirato dalle ricchezze di famiglia che da un amore sincero. Non si spiegherebbe altrimenti la decisione del ragazzo di accusare Lucia, davanti al terribile prefetto Pascasio, di essere cristiana.

Erano questi gli anni di Diocleziano, anni bui per la storia dei cristianesimo, anni di persecuzioni, ma anche di grandi esempi di fede. Come quello che diede la stessa Lucia.

Arrestata, minacciata e torturata, si proclamò comunque seguace di Cristo e non accettò di abiurare la propria fede.

Per Pascasio non ci furono dubbi, quella ragazza troppo forte per essere "piegata", doveva morire: la espose nel pubblico postribolo; Lucia disse allora che "il corpo viene contaminato solo se l'anima acconsente" e così nessuno, nemmeno sei uomini e sei i buoi, riuscì a smuovere il corpo esile divenuto miracolosamente pesantissimo.

Prima dell'esecuzione capitale però Lucia riuscì a ricevere l'Eucaristia e preannunciò sia la morte di Diocleziano, avvenuta di lì a pochi anni, sia la fine delle persecuzioni, terminate nel 313 d.C. con l'editto di Costantino che sanciva la tolleranza religiosa e la libertà di culto.

Santa Lucia venne dunque martirizzata sotto Diocleziano: questo imperatore durante il suo regno, dal 17 settembre 284  al 305, tentò di restaurare l'unità e la saldezza dell'Impero; egli emise nuove monete, cercò di impedire il rialzo dei prezzi e intraprese ampie riforme; istituì la tetrarchia cioè il “comando a quattro”: due imperatori detti Augusti e due “vice” detti Cesari.

Quanto alla posizione dei Cristiani, esisteva nel diritto romano un decreto dell'imperatore Traiano che diceva:

«I Cristiani non son da ricercare: denunziati e convinti si devono punire»

il decreto era applicato secondo i capricci e l'umore degli Imperatori e dei loro ministri a causa della sua natura contraddittoria.

Nel 262, l'imperatore Publio Licinio Gallieno aveva pubblicato un suo editto di tolleranza della nuova religione, l'organizzazione ecclesiastica si era sviluppata: molti funzionari e magistrati avevano abbracciata la nuova fede: Prisca e Valeria, moglie e figlia di Diocleziano erano diventate cristiane e Diocleziano stesso dapprincipio non guardò con occhio malevolo i seguaci di Gesù.

I due Augusti dovevano essere obbediti e venerati come le divinità della tradizione pagana:  tutti coloro che non si adeguarono e non obbedirono, manichei prima e Cristiani dopo, furono vittime di una persecuzione durissima che ebbe inizio nel 303 dopo la pubblicazione del famoso editto di Nicomedia; con questo si dava nuovo vigore alla persecuzione contro i Cristiani: fu praticamente l’ultima grande persecuzione romana.

 

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La devozione a Santa Lucia

Il culto di Santa Lucia si diffuse rapidamente dopo il martirio e il suo nome comparve ben presto nel Canone della Messa pur non avendo mai avuto una liturgia propria completa.

La messa a lei dedicata è la "Comune delle Vergini".

Nel VI secolo il papa Gregorio Magno, vissuto tra 590 ed il 604, inserisce Santa Lucia nel canone della messa romana e sotto di lui vengono dedicate a Lucia due chiese, a Siracusa ed a  Roma; poco dopo il nome di Lucia viene inserito anche nel canone ambrosiano.

Nel VII secolo viene citata in un poema in versi "De Laudibus Virginum" di S. Adelmo.
Il nome Lucia proviene dal latino lux e significa luce, luminosa, illuminante.

La leggenda, affermatasi dopo il Mille, parla di occhi strappati dalle orbite ed è questo l'emblema di Lucia nelle rappresentazioni pittoriche: probabilmente la sua funzione di protettrice della vista é proprio legata al nome visto che nelle "passio" non si fa cenno alcuno a questo tipo di martirio.

Lucia protegge ciechi, oculisti, elettricisti, sarti e ricamatrici, donne di malavita pentite.

La Santa ha ricevuto più di ogni altra onori e riconoscimenti, per non parlare degli innumerevoli ex voto offerti in forma di occhi di ogni specie e materiale, e delle piccole forme di pane dette "gli occhi di Santa Lucia ".

Forse l'omaggio più pertinente è venuto dagli speziali del Medioevo, che prepararono una specie di collirio dall'esplicito nome di "Santa Lucia".

 

la colonna del martirio di Santa Lucia

 

reliquie di Lucia conservate a Siracusa: la tunica color porpora, le scarpe, il velo di seta bianca

 

ex voto: gli "occhi" di S.Lucia

 

la corona della Santa conservata nel tesoro della chiesa di Venezia

 

antico reliquiario conservato a Siracusa con le ossa dell'avambraccio

 

la colonna
del martirio

 

l'urna
con le vesti

 

gli
ex-voto

 

la corona
di Lucia

 

le reliquie

 

 

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I piatti dedicati a Santa Lucia

A Santalucìa

Specialità calabra:

  • si pone a mollo il granoturco per una giornata
  • si scola e si pone a bollire in una capiente pentola
  • a cottura avvenuta si scola e si pone a raffreddare un'intera nottata
  • al mattino vi si versa del mosto cotto, si rimesta ed il piatto è pronto.
ingredienti:
  • granoturco
  • mostocotto

 


Occhjcielli 'e Santa Lucia

Questa è una specialità calabra:

  • Si lavorano gli ingredienti come per preparare la pasta per panificare.
  • A lievitazione avvenuta si rimpasta il tutto aggiungendo dell'olio.
  • Con l'impasto si preparano dei cilindretti di pasta di circa 20 cm e si intrecciano ottenendo una specie di 8 allungato, senza vuoto interno: all'interno delle trecce si pongono due chicchi di caffè per evidenziare le pupille degli occhi.

Un tempo vi si ponevano fichi neri secchi o chicchi d'uva passa.

Come variante moderna si possono preparare gli "occhjcìelli" usando la pasta frolla.

ingredienti:
  • farina
  • lievito
  • sale
  • olio

 


Cuccìa di Santa Lucia

Il 13 dicembre in Sicilia la tradizione ricorda il miracolo di Santa Lucia del 1646 che fece arrivare una nave carica di frumento dopo una lunga carestia che aveva affamato l'isola: il popolo si rifocillò mangiando grano bollito tanto buono che ancora oggi ne fa memoria ogni anno con i cuccìa.

I cuccìa o coccìa sono anche un piatto tipico della Calabria. 

  • Mettere a bagno il frumento tre giorni in una pentola, meglio se di coccio,  (ricordare di cambiare frequentemente l’acqua).

In alternativa farlo bollire nella pentola di coccio la sera prima della preparazione.

ingredienti:
  • frumento tenero: 500 grammi
  • ricotta fresca: 50 grammi
  • zucchero: 300 grammi
  • cioccolato fondente: 100 grammi
  • vaniglia: mezza bustina
  • sale: q.b.

 

  • La sera prima della preparazione colare il frumento e metterlo in abbondante acqua leggermente salata e cuocere a fuoco lentissimo per 6/8 ore
  • lasciare riposare nello stesso tegame coperto, per l’intera nottata
  • il giorno della preparazione, scolare accuratamente e mettere in una zuppiera
  • lavorare a parte con una forchetta la ricotta e il cioccolato a pezzetti
  • versare la crema nella zuppiera e mescolarla al grano
  • mangiare in compagnia

 

 

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Le filastrocche

 

Santa Lucia bella
Santa Lucia bella
dei bimbi sei la stella,
tu vieni a tarda sera
quando l'aria si fa nera.
Tu vieni con l'asinello
al suon del campanello,
e le stelline d'oro
che cantano tutte in coro:
"Bimbi, ora la Santa é qui
ditele così:
cara Santa Lucia
non smarrir la via
trova la mia porticina
quella é la mia casina!"
E giù tanti doni.

 
Zitti, zitti fate piano
Zitti, zitti fate piano
vien la Santa da lontano,
porta a tutti dolci e doni
soprattutto ai bimbi buoni.
Ma se un bimbo é cattivello,
oltre tutto un po' monello,
nulla trova nel tinello.
Quindi bimbi birichini
diventate un po' bravini,
e i cuoricini tutti spenti
con la Santa si fan contenti.
Grazie, grazie Santa Lucia,
il tuo incanto mi porti via
La notte di Santa Lucia
Questa é la notte di Santa Lucia
senti nell'aria la sua magia.
Lei vola veloce col suo asinello
atterra davanti ad ogni cancello.
Ad ogni finestra un mazzolin di fieno
e l'asinello ha già fatto il pieno.
Santa Lucia con il suo carretto
lascia a tutti un gioco e un dolcetto.
porta ai bambini tanti regali
tutti belli, tutti speciali.

Voglio vedere Santa Lucia
Santa Lucia,
perché scappi via?
Vogliamo vederti,
vogliamo toccarti,
dei nostri bei giochi
vogliam ringraziarti.
Dal cielo stellato
con l'asinello fatato,
scendi leggera
quando è già sera,
a colorare i sogni
dei bambini più buoni.
Io te lo prometto,
sarò dentro il letto.
Su, vieni ti prego,
felice ti aspetto.

 

Un elenco per Santa Lucia
Lungo é l'elenco
che vogliamo fare,
ma scegli tu cosa portare:
per il nonno un caldo cappello,
un rospo in tasca a mio fratello,
una fidanzata per il mio cane,
ai passerotti tanto pane;
chicchi di riso per la minestra,
un po' di pazienza per la maestra,
una nuova scopa per la Befana,
un giorno in più alla settimana;
una sciarpa al pupazzo di neve,
per i miei amici una storia breve.
Fino ad ora abbiamo scherzato
e con le parole abbiamo giocato.
Tu però non dimenticare,
due cose che devi portare:
un sorriso per chi non ce l'ha
e per tutti tanta bontà

 

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Sul mare luccica (Santa Lucia)

 

Sul mare luccica
l'astro d'argento.
Placida è l'onda;
prospero è il vento.
Venite all'agile
Barchetta mia!
Santa Lucia, Santa Lucia

Con questo zeffiro
così soave,
oh! com'è bello
star sulla nave!
Su passeggeri
venite via!
Santa Lucia, Santa Lucia.

 
In' fra le tende
bandir la cena,
in una sera
così serena.
Chi non dimanda,
chi non desia;
Santa Lucia! Santa Lucia!

Mare sì placido,
vento sì caro,
scordar fa i triboli
al marinaro.
E va gridando
con allegria:
Santa Lucia! Santa Lucia!

 

O dolce Napoli,
O suol beato,
Ove sorridere,
Dove il creato,
Tu sei l'impero
Del armonia,
Santa Lucia, Santa Lucia!

Or che tardate,
bella è la sera.
Spira un' auretta
fresca e leggiera.
Venite all'agile
barchetta mia!
Santa Lucia, Santa Lucia.

 

 

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